IL BUDGET DELLA PRODUZIONE
L’area della produzione ha un ruolo centrale nella pianificazione budgetaria, influenzando direttamente molte altre aree aziendali.
Questa previsione deriva dal budget delle vendite e si traduce nel piano dettagliato di programmazione della produzione, che deve assicurare le quantità previste dal piano delle vendite armonizzando la produzione con il livello delle scorte di prodotti finiti, considerando valori settimanali/mensili e le eventuali stagionalità presenti.
Una volta identificate le quantità effettive da produrre, il responsabile della produzione deve far coincidere la capacità produttiva disponibile con le quantità stimate ed i tempi in cui queste devono essere disponibili, ottimizzando la saturazione degli impianti e la produttività dei fattori della produzione.
Andranno inoltre calcolate una serie di previsioni “secondarie”, principalmente relative ai seguenti oggetti:
- Materie prime: indipendentemente dal metodo di gestione delle scorte adottato dall’azienda, va pianificato l’ammontare delle materie prime dirette e indirette che il processo di produzione richiederà, considerando le relative scorte di sicurezza;
- Manodopera: i cicli di produzione determinano la quantità ed il momento in cui la manodopera è necessaria, in funzione dell’efficienza degli impianti e dei turni;
- Manutenzione: l’intensità di utilizzo di impianti e macchinari determina la frequenza e la tipologia degli interventi di manutenzione, che vanno coordinati con la produzione, richiedendo il fermo delle macchine.
Alcune tipologie di produzione possiedono delle peculiarità che ne complicano la gestione: si pensi ad esempio alla stampa dei quotidiani, in cui la tiratura definita dal piano editoriale cambia ogni giorno, la stampa deve essere effettuata in un limitato intervallo orario ogni notte (per non penalizzare la distribuzione), non ci sono giorni di fermo macchina e la produzione giornaliera può prevedere la stampa di diverse testate (richiedendo svariati attrezzaggi).
La redazione del budget della produzione postula un determinato livello di efficienza, espresso dai relativi costi standard; lo standard dovrebbe riflettere il massimo livello teoricamente raggiungibile e corrispondere all’utilizzo ottimale della capacità produttiva, al netto di criticità non prevedibili quali rotture, interruzioni nella fornitura di energia etc. (fenomeni che in parte possono essere ricondotti a misura ipotizzando adeguati livelli di manutenzione e di controllo qualità delle materie prime etc.)
Ogni guadagno in termini di efficienza si traduce naturalmente nel miglioramento degli utili aziendali.