IL NUOVO CODICE DELLA CRISI DI IMPRESA: UN’OPPORTUNITA’ PER LE PMI
Il D.L. 14 del 12/10/19 (Codice sulla Crisi d’Impresa e dell’insolvenza) di prossima introduzione pone all’imprenditore l’obbligo di nomina del revisore e quello di dotarsi di un assetto societario e di sistemi informativi adeguati, in modo da disporre di strumenti atti a monitorare la gestione ed identificare tempestivamente potenziali situazioni di crisi, permettendo l’elaborazione di strategie adeguate.
I parametri quantitativi relativi all’obbligo di nomina del revisore (attivo patrimoniale, ricavi e organico medio) sono stati più volte modificati nel tempo, attestandosi nella redazione finale ai seguenti valori: 4 milioni di attivo patrimoniale, 4 milioni di fatturato e 20 dipendenti medi (l’obbligo è prescritto per il superamento di uno qualsiasi dei parametri per due esercizi consecutivi).
Anche per quanto concerne il revisore il termine della nomina è slittato: inizialmente prevista per il 16/12/19 e successivamente prorogata al 29/06/20, il decreto Rilancio ne ha fissato il termine ultimo per il 2022.
Il Codice sulla Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza entrerà invece in vigore il 01/09/21, determinando i contemporanei obblighi di adeguamento dell’assetto societario e della disponibilità di sistemi informativi e piattaforme di controllo adeguati al controllo della gestione.
Il nuovo adempimento, che potrebbe apparire l’ennesimo onere amministrativo-burocratico posto a carico dell’impresa, in realtà nasconde un’opportunità per le PMI: molto spesso infatti le imprese di dimensioni limitate non sono dotate di un appropriato sistema di rilevazione e analisi dei dati aziendali, il che limita sensibilmente la capacità di riuscire a prevedere l’andamento aziendale nel futuro prossimo e conseguentemente la capacità dell’impresa a reagire ai continui cambiamenti del mercato e del contesto economico circostante; l’imprenditore “naviga a vista” senza conoscere la reale situazione della propria attività e le complesse dinamiche economico-finanziarie che la influenzano.
Un sistema di controllo di gestione, opportunamente disegnato a misura delle dimensioni e delle peculiarità della singola azienda, non solo adempie alle attività di monitoraggio richieste dal nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” ma permette altresì di dotarsi di un sistema informativo in grado di analizzare dettagliatamente tutti gli aspetti fondamentali dell’attività, fornendo un valore aggiunto all’imprenditore nel processo decisionale.
Tra i principali obiettivi del controllo di gestione ricordiamo:
– Analisi dei margini per divisione, linea prodotto e prodotto;
– Analisi dei ricavi per tipo, mercato e canale;
– Verifica degli scostamenti rispetto alla gestione programmata;
– Previsione di chiusura dell’esercizio;
– Analisi della struttura patrimoniale, con particolare attenzione a fonti e impieghi ed alla loro dinamica;
– Analisi dei flussi di cassa e dell’equilibrio finanziario di breve e medio termine;
– Controllo dell’efficienza dei processi, saturazione degli impianti, produttività;
– Controllo dell’efficienza del magazzino, gestione delle scorte, logistica;
– Analisi economico-finanziaria degli investimenti.
L’insieme di queste attività, elaborate periodicamente, fornisce all’imprenditore un preciso quadro di insieme delle condizioni dell’impresa, facilitando le decisioni e favorendo il raggiungimento degli obiettivi aziendali di breve e di medio termine: anticipare quindi l’obbligo del D.L. 14 significa dotare l’impresa di una strumentazione evoluta e trovarsi in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti, preparandosi al tempo stesso al rispetto della normativa.